Giusto o sbagliato che sia
Vito Labita
Publisher: Vito Labita
Summary
"Giusto o sbagliato che sia" di Vito Labita affronta la complessità delle scelte umane, mettendo in discussione la moralità delle azioni quotidiane. .......... ........ ....
Publisher: Vito Labita
"Giusto o sbagliato che sia" di Vito Labita affronta la complessità delle scelte umane, mettendo in discussione la moralità delle azioni quotidiane. .......... ........ ....
Politically correct, identity politics, woke, cancel culture, diversity management, pink- o rainbow-washing sono formule ormai diffuse e sciorinate in tutto il mondo occidentale, importate dagli Stati Uniti dove da molti anni rappresentano croce e delizia della comunicazione, dei posizionamenti etico-politici, dei codici sociali, educativi e comportamentali. In questo quadro, differenza, marginalità e specificità identitaria costituiscono i nodi primari delle battaglie culturali combattute in nome di genere, etnicità, classe, corpo e orientamento sessuale, contro ogni rimozione o omologazione del "particolare" nel discorso politico, istituzionale, pubblico. Mimmo Cangiano ci accompagna nella ricostruzione storica di questi movimenti ed evidenzia le stratigrafie ideologiche, i piani simbolici e le contraddizioni pragmatiche intrecciate nelle "guerre culturali" progressiste che, senza riuscire a sbrogliarsi dai vincoli del sistema neoliberista, rischiano spesso esiti ambigui, derive individualistiche o manipolazioni funzionali. Una trappola dalla quale si esce, secondo l'autore, solo se le lotte in questione riconoscono e contrastano la sfera materiale in cui si originano e muovono: quella della struttura economica capitalista che, con le sue modalità di produzione, lavoro e consumo, genera oppressione a partire da forme (sempre meno evidenti) di sfruttamento. Soltanto così, se cioè la marginalità non si scinde dalla classe, il proteiforme neoliberismo, capace di mettere a profitto per i propri scopi anche le direttive ideologiche progressiste e i sistemi di inclusione delle differenze, potrà essere smascherato con la domanda di una vera alternativa, "di un diverso modo di vivere che chiuda davvero con sfruttamento e oppressione".Show book
Si riproduce in questo audiolibro il testo del resoconto stenografico dell'intervento dello scrittore e deputato Leonardo Sciascia rese a Palazzo Montecitorio il 26 ottobre 1980. Ai sensi dell'articolo 5 della legge 633/1941 e successive modifiche "Le disposizioni di questa legge non si applicano ai testi degli atti ufficiali dello Stato e delle Amministrazioni pubbliche, sia italiane che straniere."Show book
In questo agile saggio Anil Ananthaswamy si interroga sul paradosso del sé, e sulle malattie che lo rivelano, coniugando al rigore scientifico l'attenzione per l'esperienza individuale, ricordandoci la domanda che da sempre neuroscienze e uomo cercano di rispondere: che cosa vuol dire «io»? Sindrome di Cotard, schizofrenia, morbo di Alzheimer, epilessia sono «patologie del sé», modi di esistere in cui viene meno la cristallina equivalenza di pensiero ed essere postulata da Cartesio, «penso, dunque sono», e la persona sperimenta un io che non coincide con le certezze che abitualmente le consentono di credersi se stessa: la capacità di ricordare quello che ha vissuto, la padronanza dei suoi pensieri e delle sue azioni, la percezione di abitare un corpo, di occupare un punto preciso nello spazio, di avere un'identità che resta stabile nel tempo… Ma, se non è nel corpo né nei sensi né nella memoria, dove si trova il sé? E quale realtà o continuità possiamo attribuirgli, dal momento che sappiamo solo ciò che non è? L'uomo che non c'era parte da qui: dagli interrogativi a cui epistemologie differenti non hanno ancora saputo rispondere definitivamente, rimandandoci alla certezza che mente e corpo intrecciano tra loro relazioni complesse e mutanti, che i processi neuronali aggiornano il nostro Sé continuamente, e che la percezione di continuità che abbiamo del nostro essere noi stessi potrebbe di per sé essere un'illusione. Perché il Sé è allo stesso tempo ovunque, eppure da nessuna parte, nel nostro cervello.Show book
Perché si è svolta l’operazione Diluvio Al-Aqsa e quali erano gli obiettivi di Hamas? Cosa è successo realmente sul terreno il 7 ottobre? Quali lezioni possiamo trarre dalle operazioni condotte dalle due parti negli ultimi cinque mesi? Per rispondere a queste tre domande e a molte altre, Jacques Baud rivisita il conflitto israelo-palestinese dalle sue origini. Perché non ha ancora trovato una soluzione? Quali sono state le strategie israeliane e palestinesi negli ultimi 75 anni? Qual è l’impatto di questo conflitto sulla nostra sicurezza? Quali sono le opzioni per Israele e Palestina nei prossimi anni? In questo libro insolitamente chiaro, Jacques Baud deplora il fatto che le decisioni occidentali si scontrino con il diritto internazionale. La questione non è per chi siamo, ma come deve essere applicato l’ordine internazionale creato dopo il 1945. Il mancato rispetto di questa legge da parte di Israele sta portando alla sua rovina. Come in ogni conflitto, la soluzione non verrà dalle emozioni, ma da un’analisi obiettiva e spassionata e da una mediazione onesta.Show book
Presentati per la prima volta in traduzione italiana, i racconti visionari di Henry Dumas si sviluppano nel profondo e sonnolento Sud degli Stati Uniti, sulle sponde del Mississippi, là dove gli afroamericani valevano meno degli animali e dei bianchi poveri come loro. Il degrado culturale, un ambiente devastato e il rischio di essere uccisi per nulla, accompagnano la vita dei giovanissimi protagonisti di questo volume: i ragazzi di Dumas possono riscattarsi soltanto attraverso l'istruzione e la rivendicazione dei propri diritti, o scoprendo il potere salvifico e confortante delle tradizioni ancestrali della diaspora africana. La caccia al nero e la minaccia della violenza sono presenti, tuttavia, anche nei racconti ambientati per le strade di New York e negli appartamenti di Harlem, in un Nord non meno ostile, tra le fiamme delle rivolte dei tardi anni Sessanta. La scrittura di Dumas ammalia i lettori lasciandoli con la sensazione di aver letto vicende del tutto realistiche, eppure, a volte a un passo dal sovrannaturale, sogni, allucinazioni o autentici squarci su un mondo altro, in bilico tra afrofuturismo e afrosurrealismo.Show book
Le città in cui abitiamo modellano, a volte senza che ce ne accorgiamo, la nostra vita: dove andiamo, come ci arriviamo, cosa facciamo e cosa non facciamo entro i loro confini. Ma cosa accadrebbe se costruissimo le nostre città in modo differente? E se viaggiassimo in modo diverso? E se potessimo ottenere indietro un po' del tempo speso a spostarci e farlo nostro? In questo breve e documentato saggio, Natalie Whittle esamina vantaggi e svantaggi del concetto di città dei 15 minuti. Tra cambiamento climatico e pandemie che mettono in discussione la necessità del pendolarismo, Whittle invita a riflettere su come e perché ci spostiamo ogni giorno. Dalla Amsterdam delle auto a quella delle biciclette, dalla Parigi di Haussmann fino a una inedita Paris 2024, le città si sono continuamente reinventate e un'idea potrebbe cambiare la nostra vita quotidiana, e il mondo, molto più rapidamente di quel che pensiamo. La città dei 15 minuti è un tipo diverso di luogo: invece di orizzonti infiniti, presenta come teatro della vita urbana quartieri compatti, dove un quarto d'ora e il tempo ottimale per arrivare dalla porta di casa alle fermate essenziali per l'istruzione, la salute, il lavoro, lo shopping e la cultura, spostandosi in bicicletta o a piedi. Attenti all'ambiente, i residenti userebbero raramente l'auto per le piccole commissioni o per recarsi al lavoro, perché la città dei 15 minuti sarebbe attraversata da un reticolo di percorsi pedonali e piste ciclabili.Show book