Join us on a literary world trip!
Add this book to bookshelf
Grey
Write a new comment Default profile 50px
Grey
Subscribe to read the full book or read the first pages for free!
All characters reduced
Bb Clarinet part of "Christmas for five" - Woodwind Quartet - cover

We are sorry! The publisher (or author) gave us the instruction to take down this book from our catalog. But please don't worry, you still have more than 500,000 other books you can enjoy!

Bb Clarinet part of "Christmas for five" - Woodwind Quartet

Anonymous

Publisher: Glissato Edizioni Musicali

  • 0
  • 0
  • 0

Summary

Bb Clarinet part of "Christmas for four" Medley of 10 Christmas Carols arranged for Woodwind Quartet (Flute,Oboe,Bb Clarinet, Bassoon or Bb Bass Clarinet / easy-intermediate) by Francesco Leone. Score and others parts available separately. (duration 6.30)

	 Contents: Winter's Snow, Sans Day Carol, Ding Dong Merrily on High, Bring a Torch Jeanette Isabella, In the Bleak Midwinter, Angels from the Realms of Glory, The Gloucestershire Wassail, Good King Wenceslas, Away in a Manger, The First Noel.
Available since: 07/06/2021.

Other books that might interest you

  • Arte delle scarpe - cover

    Arte delle scarpe

    Marie-Josèphe Bossan

    • 0
    • 0
    • 0
    In un mondo in cui le scarpe sono diventate un prodotto di consumo di massa, questi accessori hanno perso il significato di un tempo: l'industria moderna ha adempiuto al suo compito, ovvero alla produzione di grandi quantità a prezzi bassi. C'è stato un tempo, però, in cui la scarpa è stata simbolo della forza della legione romana, del potere dei signorotti medievali o dell'oppressione della donna cinese.
    La storia della calzatura è ricca e affascinante, come rivela l'autrice Marie-Josèphe Bossan: completando la sua analisi con una iconografia d'eccezione, l'autrice conferisce a questi oggetti, ormai di uso comune, una qualità universale, il cui rango è pari a quello di un'opera d'arte, che documenta l'intera storia dell' umanità.
    Show book
  • Convito Il - cover

    Convito Il

    Platone

    • 0
    • 0
    • 0
    Questo dialogo, noto anche col nome di Simposio, è il più noto fra i dialoghi di Platone. La sua struttura non è in realtà quella di un dialogo ma una successione di orazioni effettuate dagli intellettuali ateniesi, che hanno per oggetto le lodi del dio dell'Amore (Eros). Troviamo qui, fra l'altro, la famosa descrizione dell'uomo ermafrodito, che, tagliato in due dagli dei, cercherà poi nella sua vita, la sua metà mancante, grazie alla quale, e solo grazie ad essa, ritroverà il suo senso di completezza e, quindi, la felicità. Ma, quando è il turno di Socrate di parlare, egli si limita a riferire l'insegnamento che Diotima gli ha somministrato, e che termina con queste parole: "Cosa succederebbe allora se uno riuscisse a vedere la Bellezza in sé, in tutta la sua adamantina purezza, e non già quella offuscata dalla carne, dai colori, da tutte le altre vanità terrene, se gli riuscisse, insomma, di scoprire la Bellezza in sé, divina e uniforme? Credi forse che sarebbe miserabile la vita di quell'uomo che fissasse quel punto, lassù, e lo contemplasse come va contemplato, congiunto con esso? Ed è soltanto in quel punto, contemplando la bellezza, con quella facoltà che la rende visibile, che egli potrà dar vita non a parvenze di virtù, dato che non è a una falsa immagine di bellezza che egli si è accostato, ma a una virtù vera, per il fatto che egli è nella verità; non pensi del resto, che avendo dato vita alla virtù vera e avendola continuamente alimentata, costui potrà diventare caro agli dei, ed essere anch'egli immortale, se mai altro uomo lo è stato?" Conclude il convito il discorso di Alcibiade, innamorato di Socrate, che fa le lodi di quest'ultimo raccontando come tutti i propri tentativi di sedurlo non siano mai riusciti.
    Show book
  • La storia è un'illusione - cover

    La storia è un'illusione

    Vitaliano Bilotta

    • 0
    • 0
    • 0
    Le coscienze incarnate in un determinato periodo, che l’uomo chiama “storico”, creano gli eventi che queste “coscienze”, questi “sentire”, “devono” vivere. Per la legge divina ogni evento della vita collettiva e individuale è dettato dalle esigenze evolutive di chi lo vive.Per come la valutano i posteri, la storia è perciò un’illusione.Gli eventi passati non possono essere utili all’umanità successiva, perché questa ha bisogno di “altri” eventi, che soddisfino le “sue” esigenze evolutive.Chi studia, ad esempio, la storia medioevale narrata in questo libro, la può conoscere solo con la “mente” e non con la “coscienza”. La "sua coscienza” infatti non ha più bisogno della "vita medioevale", poiché si è incarnata in un periodo storico successivo, che già contiene le esperienze di tutti i periodi precedenti.Noi non ci reincarniamo mai nei periodi storici in cui abbiamo già vissuto, perché il tragitto evolutivo delle nostre vite, come spiega il Cerchio Firenze 77, segue sempre la “freccia della storia”.Per i posteri quindi la storia non può essere una “maestra di vita”, perché ogni umanità è — insieme — la creatrice e l’alunna della vita che vive, e solo di quella, che nella perfezione del Tutto è la migliore per lei.
    Show book
  • La certosa di Ittingen - cover

    La certosa di Ittingen

    Felix Ackermann

    • 0
    • 0
    • 0
    Nel 1848 gli ultimi monaci lasciarono la Certosa di Ittingen. Gli edifici, costruiti nel corso di molti secoli, diventarono proprietà del Canton Turgovia e successivamente in mano a proprietari privati, che li utilizzarono come residenza signorile e fattoria esemplare. Dal 1977 la Stiftung Kartause Ittingen gestisce il complesso come centro culturale e d’incontro, ospitando anche due musei cantonali. L’intero complesso, ottimamente conservato, offre un vivo scenario della storia del luogo e dei suoi abitanti originari. Nelle celle dei monaci, nei giardini dei chiostri e nella chiesa rococò con i suoi ricchi arredi, si può vivere e percepire direttamente la condizione dei certosini, reclusi all’interno della loro comunità.
    Show book
  • La Verticale del Ruolo - Metodo di auto-preparazione dell’attore - cover

    La Verticale del Ruolo - Metodo...

    Jurij Alschitz

    • 0
    • 0
    • 0
    Gli attori di oggi devono essere capaci di recitare come solisti nel mondo sia del teatro che del cinema. La tecnica della “Verticale del Ruolo” consente agli attori di lavorare sul loro ruolo in maniera indipendente, rendendoli liberi e autonomi oltre che artisti a tutti gli effetti. Offre le basi per tutte le tipologie di audizione, ma anche per l’interazione artistica all’interno di un ensemble o con un regista.
    Generazioni di attori sono cresciute con il classico di Stanislavsky “Il lavoro dell’attore su se stesso” ma il teatro del 21° secolo con la sua particolare struttura di produzione richiede nuove forme di lavoro indipendente da parte dell’attore. Jurij Alschitz ha sviluppato il metodo della “Verticale del Ruolo” durante gli anni di ricerca all’interno della pratica teatrale, metodo sperimentato nei Centri Teatrali Europei che ha creato in Germania, Italia e Scandinavia. Egli ha verificato e applicato questo metodo con successo nella pratica della scena teatrale in vari paesi.
    Jurij Alschitz nel libro espone i suoi pensieri sull’etica della professione dell’attore. Egli vede l’attore come un autore, un creatore e il centro della performance drammatica, che dovrà, di conseguenza, essere equipaggiato di appropriate capacità tecniche per adempiere diversi compiti. Le successive fasi del lavoro dell’attore nella “Verticale del Ruolo” sono esposte in dettaglio, pronte per essere usate dagli attori, o per costituire le basi per insegnanti i registi che desiderino applicare questo metodo.
    Un capitolo a parte descrive il quotidiano training per l’attore sulla base di esercizi pratici.
    Show book
  • 20 anni DANIEL FERRO VOCAL PROGRAM - Corsi di perfezionamento per cantanti lirici a Greve in Chianti 1995–2014 - cover

    20 anni DANIEL FERRO VOCAL...

    Joy Ferro, Alessandra Molletti

    • 0
    • 0
    • 0
    Il presente libro racconta, attraverso testimonianze fotografi che e docu mentarie, i 20 anni in cui il DANIEL FERRO VOCAL PROGRAM ha fatto di Greve in Chianti la sua « casa » musicale attraverso l'appoggio ed il patrocinio delle Amministrazioni che si sono succedute nel tempo con i sindaci Paolo Saturnini, Marco Hagge, Alberto Bencistà e Paolo Sottani.
    In questo periodo, Daniel Ferro, newyorkese, cantante e docente di canto, che durante la sua formazione professionale ha avuto il privilegio di studiare per molti anni in Italia, ha portato l'arte lirica a Greve in Chianti, dando poi modo ad altri di poter arrivare in questo territorio, ricco di storia e di cultura, e offrire la propria arte a un pubblico già preparato e a turisti affezionati e attenti.
    Queste pagine testimoniano un'attività artistica che è riuscita a varcare il diffcile traguardo dei 20 anni e non sempre mietendo facili successi. È la storia di tante estati passati a Greve in Chianti, di amicizie consolidate, di meravigliose ville e castelli, di giardini e chiese incantate, di amori rubati, di matrimoni e fi gli, cene e risate, albe e tramonti, ma soprattutto è la storia di tanta, tanta musica.
    Show book