Pipacs a fenegyerek

Anonymous

Summary

Az egész úgy kezdődött, hogy épelméjű koromban orvosaim tanácsára félbehagytam San Franciscóban az egyetemi tanulmányaimat, és Honoluluba mentem üdülni. Innen valahogy elhajóztam Tahitiba. A Déli-tenger kissé helyrehozott, de a végleges gyógyulást Bricsesz kapitány, a rabszolga-kereskedő eljárása hozta meg. Bennszülött kulikat toborzott, nem éppen finom eszközökkel, ezért hívták rabszolga-kereskedőnek. Egy gazember leitatott Tahitiban, és mire felébredtem, Bricsesz kapitány gőzösén voltam a nyílt tengeren. Sajnos, állandó hiány van matrózokban, és néhol még dívik a szokás, hogy gyanútlan embereket ittas állapotban eladjanak matróznak. A nyílt tengeren azután az illető kénytelen aláírni a szerződést. Olyan pszichiáterek, mint Bricsesz kapitány, igen hatékonyan tudnak az ember lelkére beszélni. Azóta van ez a vörös forradás a homlokomon.
Mint kényes polgár, eleinte sokat szenvedtem. De végre is Bricsesz kapitánynak katedrát kellene felállítani a San Franciscó-i egyetemen, és orvosaimnak is ajánlom, hogy hozzá járjanak tanulni, mert kizárólag szabadgyakorlatokkal tökéletesen kikúrált. Ajánlom orvosaim figyelmébe a fedélzetsúrolást, kazántisztítást, szénlapátolást mint gyógyeljárást. A sűrű rugdosás csak fokozza ennek a terápiának a hatását. Hogy valami nincs rendben nálam, az bizonyos. Ahelyett, hogy három hónap múltán visszaérve Tahitiba, boldogan otthagytam volna Bricsesz kapitány rabszolgahajóját, ismét leszerződtem hozzá, ez alkalommal a szokásos szelíd rábeszélés nélkül.
Így indultam el, most már önszántamból, Bricsesszel, és azontúl a legnagyobb egyetértésben éltünk a rabszolgahajón, és barátságunk az idők folyamán csak kimélyült, sőt talán még ma is fennállna, ha működésének és fiatalságának teljében nem ragadja el őt körünkből a kiszámíthatatlan végzet, egy idült alkoholmérgezés tünetei között.

Available since: 02/06/2021.

Contemporary Fiction

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