Gli ammutinati del «Bounty» all’isola di Pitcairn
Lea Schiavi
Editorial: Passerino
Sinopsis
L’ammutinamento del Bounty fu una rivolta realmente avvenuta nel 1789 a bordo della nave britannica HMS Bounty. La nave era comandata dal capitano William Bligh e aveva il compito di trasportare piante di breadfruit (albero del pane) dai Caraibi al Pacifico per fornire cibo economico alle colonie britanniche.Durante il viaggio di ritorno da Tahiti, parte dell’equipaggio — guidata dall’ufficiale Christian Fletcher — si ribellò contro l’autorità dura e autoritaria del capitano Bligh. I ribelli presero il controllo della nave e abbandonarono Bligh con alcuni uomini fedeli su una scialuppa, in mezzo all’oceano. Bligh riuscì a compiere una traversata di oltre 6.000 chilometri fino a Timor, sopravvivendo con pochi viveri e una piccola bussola. Gli ammutinati si rifugiarono infine sull’isola di Pitcairn, nel Pacifico, dove si insediarono con alcune donne tahitiane e rimasero nascosti per anni. La vicenda è diventata celebre perché unisce avventura, esplorazioni oceaniche e temi universali come il contrasto tra disciplina e libertà. Proprio per questo è stata ripresa in romanzi, film e documentari, entrando nell’immaginario collettivo. Il romanzo si ispira al film La tragedia del Bounty (diretto da Frank Lloyd con Charles Laughton e Clark Gable), che l’autrice, giornalista interessata al cinema, aveva visto all’uscita italiana nel 1937.Lea Schiavi (Borgosesia, 2 marzo 1907 – 24 aprile 1942) è stata una giornalista italiana, schierata politicamente in opposizione al governo fascista italiano e per questo assassinata da mano ignota.
