Scritti Italiani - libri Asino Rosso
Guerra Roby
Editora: Roberto Guerra
Sinopse
Florilegio, anni 2014-2024, scritti dello scrittore blogger italiano Roby Guerra. Su noti artisti, scrittori, sociologi, italiani contemporanei.
Editora: Roberto Guerra
Florilegio, anni 2014-2024, scritti dello scrittore blogger italiano Roby Guerra. Su noti artisti, scrittori, sociologi, italiani contemporanei.
Dickens scrisse Nicholas Nickleby tra il marzo del 1838 e il settembre del 1839. Traendo vantaggio dalla fama ottenuta con Il Circolo Pickwick, ma continuando allo stesso tempo la crociata di critica sociale iniziata con Oliver Twist, Dickens crea un romanzo unico, nel quale lo schema dei grandi romanzi d'avventura del xviii secolo si unisce a quello dei romanzi di formazione, anticipando alcune delle opere più importanti dello stesso autore, come David Copperfield e Grandi Speranze. Con un abile uso di umorismo e pathos, attraverso le avventure dell'onesto e fiducioso Nicholas, Dickens critica le istituzioni scolastiche, rivela il suo amore per il teatro, e analizza l'importanza dello status sociale nella Londra vittoriana, in una carrellata di personaggi dalla caratterizzazione così vivida, completa e memorabile, da superare tutte quelle mai create nelle sue opere.Ver livro
Con uno stile luminoso, Linderman ci parla di un mondo in estinzione e di valori come il rispetto per la vita e l'onestà, con un continuo senso di sorpresa per la creazione. Una raccolta di racconti al centro dei quali spicca la figura del Vecchio, o Napa, dio creatore potente ma fallibile, che si presenta in diverse forme. Narrati da Aquila di Guerra ad alcuni ragazzini attenti dopo il primo gelo in autunno, in questi racconti compaiono le figure di animali umanizzati – un cervo e un'antilope che si sfidano in una gara di corsa, una volpe danzante che fa contorcere un bisonte dalle risate, enormi serpenti innamorati della luna – attraverso i quali l'autore ritrae la natura umana.Ver livro
Il libro ripercorre la vita di don Francesco Bonifacio (Pirano, 1912 – Grisignana, 1946) fino al suo martirio. Egli visse tutti i terribili drammi del Novecento che sconvolsero l'Istria e la Venezia Giulia: la guerra, l'armistizio, l'annessione al Terzo Reich, la liberazione dal nazifascismo e la presa del comando in Istria da parte dei cosiddetti Poteri Popolari, i comunisti della nuova Jugoslavia. Figura esemplare di sacerdote e pastore, don Francesco Bonifacio rimase tra la sua gente sempre, testimoniando la sua fede limpida fino alla sua crudele "sparizione", avvenuta l'11 settembre 1946. Il 3 luglio 2008 papa Benedetto XVI ha riconosciuto il suo come un vero martirio in odium fidei e il 4 ottobre 2008 don Francesco Bonifacio è stato proclamato beato. Questo libro è il frutto di diversi anni di ricerche e, attraverso una ricostruzione minuziosa e completa, propone per la prima volta le circostanze della morte e del possibile luogo di sepoltura.Ver livro
C'è qualcosa di antico e di intimo nel rapporto che abbiamo con l'acqua, che si sia principianti o campioni olimpici. Lì dentro, nell'ambiente apparentemente protettivo del liquido, si sconta una solitudine che può essere perfezione ma anche un muro di silenzio. Cristina Chiuso, più volte primatista italiana e capitana della nazionale italiana, ha dedicato la vita al nuoto come atleta, insegnante e poi come giornalista, non solo trasformandolo in una professione, ma studiandolo come fenomeno culturale, sociale e mentale. Parte da qui il suo racconto di cosa vuol dire nuotare, in un libro che abbraccia autobiografia, storia, femminismo, psicologia, passando dalle piscine olimpiche alle acque aperte, dagli aneddoti di campioni e campionesse al legame di odio e amore che un atleta instaura con il proprio corpo. Da queste pagine esce un ritratto a tutto tondo di uno sport che sa essere totalizzante e trasformarsi in un modo di vivere e di vedere il mondo. Spesso da soli, e sempre con la testa sott'acqua.Ver livro
Jan Grue è appena diventato padre quando ritira dalla casa dei suoi genitori un intero scaffale di cartelle cliniche. Contengono la sua infanzia narrata dall'esterno, dai medici che gli hanno diagnosticato all'età di tre anni una patologia neuromuscolare e che da allora lo descrivono come un corpo difettoso con un futuro cupo e limitato. Un quadro molto diverso dalla percezione che Grue ha sempre avuto di se stesso e dalla vita che ha vissuto studiando ad Amsterdam e a San Pietroburgo, per poi specializzarsi nell'inclusiva Berkeley e diventare accademico a Oslo, trovare l'amore e avere un figlio. Questo libro è la ricerca di una lingua nuova che possa raccontare la sua storia e cosa significhi vivere in un corpo vulnerabile cercando di «imporre la propria volontà al mondo». È un confronto aperto, schietto e intimo con la propria fragilità e i propri desideri, contro gli stigmi sociali e le istituzioni che ai disabili sanno fornire solo sostegni strumentali, braccia o gambe surrogate per un surrogato di vita, un'esistenza pallida in una realtà rassegnata e senza sogni. È un memoir dirompente nella sua stessa forma ibrida, che intreccia liberamente ricordi poetici e riflessioni fulminanti, attingendo all'arte e al pensiero filosofico, alle intuizioni di Michel Foucault, Jorge Luis Borges, Joan Didion, alle visioni di Wim Wenders, ai versi di Mark O'Brien. Raccontando se stesso, Jan Grue scrive una penetrante meditazione sull'essere umano e ci porta a guardarci dentro, a riconsiderare i nostri limiti, le nostre insicurezze, e le risorse che ciascuno ha nel proprio «viaggio verso l'ignoto».Ver livro
Lindigena fissa il suo lungo abito rosso appeso ad un palo del telefono, lotta per liberarsi, ed una volta liberata, con il suo abito penzolante, ridotto in brandelli e la sua biancheria intima esposta, in silenzio, legge i nomi delle donne scomparse, che aveva scritti sul braccio. Conclude urlando i nomi ad uno ad uno. Questa è la performance di unartista indigena canadese, che racconta, attraverso questopera, la commemorazione di vite di donne indigene scomparse ed assassinate, che sono sparite dalle strade di Vancouver in Canada. Questo succedeva durante linverno canadese del 2002 per chi passava dal centro est della città. Tutto questo può sorprendere degli osservatori distratti, ma la realtà è che in Canada, spesso classificata ai primi posti sulle liste degli indici di qualità di vita globale, donne indigene subiscono alti tassi di violenza. Nel 2014 la Polizia Canadese confermò che 1017 donne indigene erano state assassinate e che 164 erano scomparse dal 1980, nonostante le donne indigene costituiscano il 4,3% della popolazione femminile del paese. La strada delle lacrime, così la chiamano i nativi americani ed è tristemente conosciuta per le donne che spariscono sul suo percorso. Secondo gli amerindi, nativi americani, le sparizioni e le uccisioni, cominciate nel 1980 e mai finite, sarebbero almeno quattromila, un numero impressionante che non si ferma. Si tratta di una strage che da decenni si consuma nel silenzio e nellindifferenza. Solo nel 2019, a seguito delle pressioni di molte associazioni e denunce da parte di gruppi nativi, è stato pubblicato un report su quante sparizioni misteriose e omicidi si sono verificati su donne native americane. Il paese nel quale si consumano prevalentemente queste tragedie, secondo uninchiesta condotta, è il Canada. Nellarco di tempo compreso tra il 1980 e il 2012, il totale delle vittime registrate sono 1181. Se già questo numero ci può sembrare estremamente sconvolgente, si pensi a quello complessivo di tutte le donne native americane scomparse e/o uccise. Il numero esatto delle vittime non lo si conoscerà mai, anche perché molte famiglie non denunciano la scomparsa di queste donne, per la paura di ripercussioni e vendette ulteriori e i loro assassini sono: sconosciuti, dei conoscenti o i propri mariti. Un altro tassello che si va ad aggiungere a questo mostruoso mosaico sono i casi non risolti e molte famiglie, alle quali è stata portata via una madre, una sorella, una figlia, chiedono la riapertura di questi casi per far sì che venga fatta giustizia. Perché tutta questa riluttanza nellandare in fondo alla vicenda? É una domanda che sorge spontanea, ma soprattutto suscita molta rabbia, come se esistessero omicidi di serie A e di serie B. Indagini condotte frettolosamente e superficialmente, parzialità a sfondo razzistico, sono alcuni degli elementi riscontrati nellinchiesta, la Commissione ha inoltre appurato che le violenze fatte su queste donne trovano una ragione nellinazione da parte dello Stato, ma soprattutto nelle ideologie connesse che sono basate su una presunta superiorità.Ver livro