Adelchi
Alessandro Manzoni
Publisher: Ledizioni
Summary
Tragedia pubblicata nel 1822 ambientata tra il 772 e il 774, incentrata sulle vicende di Adelchi figlio del re longobardo Desiderio e della caduta del regno per mano di carlo Magno.
Publisher: Ledizioni
Tragedia pubblicata nel 1822 ambientata tra il 772 e il 774, incentrata sulle vicende di Adelchi figlio del re longobardo Desiderio e della caduta del regno per mano di carlo Magno.
"Soapornopera" è una raccolta di dialoghi, monologhi e racconti brevi scritti negli anni, letti e interpretati da amici in uno spensierato esperimento sociale.Show book
Un esempio della dimenticata narrativa breve di Italo Svevo in cui il Triestino rivela tutta la sua maestria.Show book
Abbandonati gli studi giuridici nel 1908 [Gozzano] si dedica completamente alla poesia e nel 1911 pubblica il suo più importante libro, I colloqui, i cui componimenti sono divisi, secondo un progetto ben preciso, in tre sezioni: Il giovenile errore, Alle soglie, Il reduce. Il successo avuto con I colloqui valse a Gozzano una grande richiesta di collaborazione giornalistica con importanti riviste e quotidiani, come La Stampa, La lettura, La Donna, sulle cui pagine pubblicò per tutto il 1911 sia prose che poesie. (Introduction from Wikipedia)Show book
In queste sue poesie, l'autrice parla di sé, abbandonandosi al filo dei ricordi, alle emozioni provate, ai sentimenti vissuti, ai giorni felici e a quelli bui attraversati nel tempo. Ma lo fa sempre con una sincera e profonda gratitudine per il grande dono della vita e con l'assoluta fiducia nella forza dello spirito.Show book
Per la nuova raccolta delle olive, Don Lollò Zirafa acquista una giara nuova. Nella notte la giara misteriosamente si rompe e Don Lollò è costretto a rivolgersi all’artigiano Zi’ Dima, inventore di un mastice miracoloso. Don Lollò però non si fida del mastice, vuole anche i punti. Così Zi’ Dima deve entrare nella giara per fare i buchi e mettere i punti. Resta intrappolato dentro la giara: per uscirne dovrà romperla, scatenando la rabbia impotente e furibonda di Don Lollò.Show book
La prima edizione dei Canti fu pubblicata a Napoli, curata dall'autore, nel 1835. Superficialmente sarebbe potuta apparire un'ennesima raccolta della tradizione classicista italiana. Nulla di nuovo infatti nel contenuto e nel linguaggio. Il pessimismo e la noia sono temi che dall'Ecclesiaste erano apparsi regolarmente nella letteratura occidentale, da quella classica fino al Werther. Le sferzate poetiche contro la decadenza politica e civile della “patria”, le cui prime attestazioni nella tradizione culturale occidentale risalgono ai profeti veterotestamentari, già in Dante e Petrarca avevano raggiunto vette altissime. Nulla di sostanzialmente nuovo neanche nella lingua poetica, la stessa oramai canonica dal Petrarca in poi: “sembiante” per viso, “luci”, “lumi” o “rai” per occhi,“garzone” per giovane, “beltà”, “augelli”, “alma”, “cor”, ecc. Ma si legga a caso un passo dei Canti, ed ecco che, come nella musica di Mozart, siamo colpiti da un tono nuovo, unico, difficilmente analizzabile. Si provi ad invertire un qualunque sintagma e la magia scompare! Mai titolo fu più pertinente. Ma non è musica fine a sé stessa. Dispiegata sulle “ali del canto”, la voce, così profondamente sincera ed umana di Giacomo Leopardi, grazie all'ineffabilità che nasce dal suo sforzo poetico, continua a toccarci l'animo e il cuore come poche altre, nella poesia italiana. (Riassunto di Sergio Baldelli)Show book