Rejoignez-nous pour un voyage dans le monde des livres!
Ajouter ce livre à l'électronique
Grey
Ecrivez un nouveau commentaire Default profile 50px
Grey
Abonnez-vous pour lire le livre complet ou lisez les premières pages gratuitement!
All characters reduced
Il gabbiano - versione filologica per il teatro - cover

Il gabbiano - versione filologica per il teatro

Anton Čechov

Maison d'édition: Bruno Osimo

  • 0
  • 0
  • 0

Synopsis

Quando si traduce si fanno necessariamente delle scelte, perché non si può tradurre tutto in modo ottimale. Nel caso specifico, quando il testo della traduzione è destinato alla recitazione, tutte le battute devono avere come dominante la recitabilità, la pronunciabilità, la plausibilità della frase. Sono considerazioni che fa in primo luogo l’autore, e che il traduttore deve fare proprie. Fermo restando che un testo del 1896 non ha di solito lo stesso registro e lo stesso lessico di un testo del 2022, le frasi devono suonare verosimili in bocca a chi le pronuncia.Questa è stata la nostra preoccupazione principale traducendo il capolavoro di Čechov. L’altra dominante è stata il rigore filologico. Quando si traduce un gigante, non solo letterario ma anche filosofico e umano, bisogna mettere da parte – se necessario: con Čechov a noi è successo molto di rado – il proprio gusto personale e lasciar emergere quanto possibile la poetica dell’originale. La tragedia (non si capisce perché l’autore la definisca «commedia») ruota intorno alla figura di una donna affetta da disturbo istrionico della personalità, Arkàdina. Come è tipico delle persone così, è molto egoriferita e le importa assai poco di chi le sta intorno. Figlio, amante, fattore, servitù, amici di famiglia vanno bene purché la adorino come fa il suo pubblico (è attrice) e non infrangano il suo delirio di autoadorazione. Ne fa le spese in primo luogo il figlio, Treplëv, che pur di apparire interessante agli occhi della madre scende nel terreno di lei – il teatro – e scrive un dramma che mette in scena nel giardino di casa, ma non riesce a sopportare la reazione maleducata e irrispettosa della madre stessa durante la rappresentazione e interrompe la rappresentazione. Si noti che il figlio decide di farsi drammaturgo per motivi esclusivamente edipici, perché capisce che sarebbe l’unico modo per attirare l’attenzione della madre. E questo corteggiamento infausto continua per tutta la durata dell’opera. L’inutilità della vita e l’insensatezza e la stupidità della morte sembrano simboleggiate dal gabbiano che Treplëv uccide senza motivo e depone ai piedi della sua amata Nina, l’attrice che gli fa da complice e collaboratrice nella recitazione del dramma iniziale. Ma nemmeno Nina riesce a capire cosa significa il cadavere del gabbiano steso ai suoi piedi, si sente imbarazzata per non capirlo e nel contempo le sembra che questo giovane viziato si prenda un po’ troppe libertà sottoponendola quasi a un test in cui le chiede di capire il senso simbolico del gabbiano morto.Nina andrà avanti fino alla fine a dire come un disco rotto «Io sono un gabbiano», senza rendersi conto che in realtà il gabbiano è Treplëv, perché è bello ma improduttivo, simbolico ma inconsistente, leggiadro ma infelice. E, in fondo, della sua morte non importa nulla a nessuno.Il pubblico di Čechov soffre per come Arkàdina riesca a godersi la vita a dispetto di tutti i drammi – in parte causati da lei – che le strisciano attorno, soffre per come Nina si rovini la vita innamorandosi dello scrittore vecchio e famoso che la “usa” e la “getta”, rifiutando caparbiamente l’amore sincero e innocuamente morboso dell’aspirante drammaturgo che ha più o meno la sua età. Un altro motivo esistenziale ed etico che pervade la tragedia è quello della fortuna letteraria. Trigórin è uno scrittore di successo. Scrivere gli riesce facile. Ma in fondo è la versione maschile della sua amante Arkàdina.
Disponible depuis: 25/01/2022.
Longueur d'impression: 100 pages.

D'autres livres qui pourraient vous intéresser

  • Psicopompo - cover

    Psicopompo

    Amélie Nothomb

    • 0
    • 0
    • 0
    In questo trentaduesimo romanzo Amélie Nothomb ci parla del suo amore per gli uccelli e per il loro volo, della sua infanzia errabonda al seguito del padre diplomatico, della violenza subita appena dodicenne sulla spiaggia di Cox's Bazar in Bangladesh. A cui fanno seguito il trauma, l'anoressia come crudele possibilità di resurrezione e infine il potere salvifico della scrittura con la severa disciplina necessaria… Pagine intrise di intimità per il romanzo più personale e autobiografico della pluripremiata e amatissima autrice belga. Un libro diverso dai precedenti ma che allo stesso tempo li illumina tutti.
    Voir livre
  • Pier Giorgio Frassati - La gioia non avrà misura - cover

    Pier Giorgio Frassati - La gioia...

    Vincenzo Sansonetti

    • 0
    • 0
    • 0
    "Che cosa sono questi pochi anni passati nel dolore in confronto all'eternità felice, dove la gioia non avrà misura e fine."
    Pier Giorgio Frassati
    
    Qual era il segreto di Pier Giorgio Frassati, giovane torinese morto a 24 anni, allegro, abile alpinista, impegnato politicamente, esempio di gioia di vivere e di generosità verso i poveri? Il connubio fra la fede e la vita, tra l'accoglienza del Vangelo e l'azione concreta. Pier Giorgio era infatti convinto che la fede debba confrontarsi, senza steccati, con tutte le circostanze del quotidiano. «Un modello che può insegnare qualcosa a tutti», lo definì il socialista Filippo Turati, stupito perché «ciò che si legge di lui è così nuovo e insolito che riempie di riverente stupore anche chi non condivide la sua fede». Gli fa eco mons. Corrado Sanguineti: «Ciò che balza agli occhi è la potente affermazione della personalità di Pier Giorgio, con mille interessi, che si manifesta in lui proprio per la radicalità e la totalità con cui vive l'avventura cristiana». Proclamato Santo da Leone XIV il 7 settembre 2025.
    Voir livre
  • L'arte che abbiamo attraversato - Fotogrammi di entusiasmo e avventure - cover

    L'arte che abbiamo attraversato...

    Anna Peyron

    • 0
    • 0
    • 0
    «Una fortunata coincidenza anagrafica la mia, che mi ha permesso di vivere a Torino quei vent'anni di entusiasmo e avventure.» Così comincia il racconto di Anna Peyron dei suoi anni Sessanta e Settanta in una città che vive in pieno il boom economico e in cui la scena artistica è estremamente vivace. A partire dalla galleria torinese di Gian Enzo Sperone, dove entrano Merz, Penone, Boetti, Paolini, Zorio, Gilardi, Anselmo, Pascali e molti altri, si compone una storia da cui emergono alcuni fotogrammi: la famiglia, la musica, il teatro, il cinema, i libri, le battaglie, il gioco, Londra, Venezia, l'Isola di Wight. Pezzi in soggettiva di un tempo affascinante e imprevedibile, sempre inseguendo il cambiamento e la bellezza, fino all'avventura del Deserto, un vivaio costruito come «una grande e meravigliosa astronave», come la definisce Pistoletto. Perché l'arte non si abbandona mai.
    Voir livre
  • Che fine ha fatto Janice Gantry? - cover

    Che fine ha fatto Janice Gantry?

    John D. MacDonald

    • 0
    • 0
    • 0
    Con il suo viso danneggiato da ben undici stagioni da giocatore di football, Sam Brice è coinvolto in una relazione sentimentale con una giovane vedova di nome Janice Gantry. Quando Janice svanisce nel nulla, si lascia dietro una scia di ricatti e omicidi, e un uomo costretto a confrontarsi con il suo senso del dovere. Sam è troppo curioso per tenersi alla larga dalle misteriose scomparse che sembrano colpire inesorabilmente le Florida Keys; troppo testardo per evitare di diventare il principale nemico di un abile criminale e assassino. E forse è troppo arrabbiato per fare ciò che sa che dovrà fare per salvare la donna che ama: diventare freddo, distaccato e letale come lo stesso omicida.
    Voir livre
  • Falso movimento - La svolta quantitativa nello studio della letteratura - cover

    Falso movimento - La svolta...

    Franco Moretti

    • 0
    • 0
    • 0
    Diagrammi, serie temporali, reti, istogrammi… Dieci o quindici anni fa, negli articoli di cinema e musica, di letteratura e arti visive, non si trovava niente di tutto questo. Adesso sì, in abbondanza, e anzi, è proprio quello che distingue immediatamente le digital humanities dalle "altre" discipline umanistiche.
    In questo libro Franco Moretti riflette su alcune premesse (tacite, a volte forse anche inconsce) di questa nuova prassi d'indagine, nella convinzione che la pratica ha delle fortissime implicazioni teoriche, che guidano, di fatto, il processo di ricerca. Falso movimento offre così un bilancio critico, tanto onesto quanto esigente, della svolta detta "quantitativa" nello studio della letteratura, svolta a cui proprio l'autore ha dato un impulso decisivo nei suoi anni a Stanford, fondando nel 2010 il Literary Lab. E la sintesi, allineando gli elementi via via scoperti lungo l'itinerario di ricerca tracciato dai saggi qui raccolti, apre a nuove domande e a "una gran bella scommessa" su un nodo strategico: l'immaginazione scientifica nello studio letterario.
    Voir livre
  • Perdonare sempre - Autobiografia 1939-1961 - cover

    Perdonare sempre - Autobiografia...

    Cristina Bernhard

    • 0
    • 0
    • 0
    Nelle sue memorie autobiografiche, Cristina Bernhard ripercorre aspetti ed eventi della propria vita, dalla difficile infanzia fino alla vigilia del matrimonio. Cristina è una bambina orfana di madre in un paesino di alta montagna dell'Alto Adige, che a un certo punto deve lasciare i suoi bei monti per andare a lavorare in città. Potrebbe sembrare la storia di Heidi, se non fosse per l'estrema durezza delle condizioni di abbandono, sofferenza e sfruttamento, originata da un ambiente familiare e contadino molto arduo. La lontananza da casa diverrà per Cristina una lenta cura per rinascere alla vita e il ritorno sui monti sarà solo occasionale e talvolta sofferto.
    Voir livre