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Unità d'Italia - Dal Centralismo Cavouriano del 1853 all'Autonomia Differenziata del 2024 - cover

Unità d'Italia - Dal Centralismo Cavouriano del 1853 all'Autonomia Differenziata del 2024

Michele Furci

Casa editrice: MRF

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Sinossi

Un libro innovativo: la ricostruzione della struttura dello Stato unitario dal 1861 ai nostri giorni (2024), 163 anni di vita politica che s’intrecciano con la formazione della struttura istituzionale statale e le sue articolazioni territoriali. Un modello che nasce in una realtà statuale preunitaria, il Regno Sardo-Piemontese che, dal 17 marzo 1861, senza alcuna mediazione politica, economica, culturale e sociale, viene imposto a tutte le comunità degli Stati preesistenti.
Non in ragione di una politica di coesione o di un meticciato culturale tra le diversissime collettività, che costituiscono ora le venti Regioni dello Stato italiano, bensì in virtù di articolati di leggi calati dall’alto. Una forma di Stato o Monarchia costituzionale albertina che irrompe in un contesto di pratiche relazionali sedimentate e interiorizzate dai suoi popoli nel corso di secoli di storia. Sicché, per evitare un approccio acritico o polemico tra nostalgici del risorgimento italico e coloro che albergano idee secessioniste, la scelta effettuata in questo volume è stata quella di ricostruire il profilo storico della struttura dell’Amministrazione Pubblica, con l’obiettivo di evidenziare piuttosto la sua funzionalità al disegno ideologico dei reali protagonisti del potere di ogni periodo storico. Emerge in tal modo il profilo delle forme con cui la Politica dominante di volta in volta ha modellato e utilizzato le strutture istituzionali per governare i processi sociali sin dalla fase costitutiva della Nazione. Nella dimensione organica con cui è assegnato il ruolo alla struttura del Pubblico Impiegato, anche quando la tecnostruttura talvolta assume funzioni autonome, il potere politico ha riservato a sé il primato e la scelta secondo l’indirizzo o le opzioni programmatiche di cui è portatore chi governa i processi sociali. Attraverso l’evoluzione dell’Organizzazione della Contabilità delle Amministrazioni e dei Servizi Pubblici, s’è fatto emergere in particolare il livello raggiunto sul piano professionale e organizzativo della P. A. che giunge sino ai nostri giorni. Ciò è servito in primo luogo per comprendere l’evoluzione del ruolo e delle funzioni del servizio pubblico, ovvero il governo delle istituzioni statali e delle sue articolazioni territoriali, nelle fasi in cui in realtà si decidono e si determinano i processi gestionali delle Amministrazioni pubbliche. Si tratta dei momenti cruciali durante cui, con il fisco e l’utilizzo della perequazione, si governano i destini economici e sociali delle comunità di riferimento.
Valutando il peso di dette ricadute e le pieghe che le strutture istituzionali assumono in virtù del modello funzionale al disegno politico, il giudizio sulle nuove forme che s’intendono realizzare con l’Autonomia Differenziata emerge concretamente e in maniera oggettiva. Nel corso degli ultimi venticinque anni, tuttavia è avvenuto un mutamento profondo nel ruolo e nella funzione della tecnostruttura al punto che, paradossalmente, il governo concreto e le ricadute dei suoi atti molte volte non risiedono più nella classe politica ma nelle mani della burocrazia. Dal riesame emerge evidente che, sebbene la P.A. e le forme di Stato e di Governo abbiano avuto nell’arco di centosessantatré anni modelli molto differenti, il dualismo tra le due Italie è andato sempre peggiorando le condizioni del Mezzogiorno, il cui svantaggio strutturale provocato sin dall’inizio rischia ora di peggiorare irrimediabilmente. Il modello funzionale al ceto politico piemontese del periodo 1861 – 1918 (Regno d’Italia), ha edificato una struttura economica che fintanto che non sarà equilibrata renderà diseconomici gli investimenti produttivi nel Mezzogiorno.
 
Disponibile da: 16/01/2025.

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