Hitler al bivio esiziale - Contro il primato metafisico della violenza
Paolo Poma
Casa editrice: Associazione AlboVersorio
Sinossi
Adolf Hitler: il male radicale per antonomasia, si dirà. D’accordo. Eppure, se (e poiché) non basta essere d’ac-cordo, ovvero intendersi con gli «altri» sul piano del cuore, […] cosa buona e giusta è che […] si ragioni, apertis verbis, con il più “dis-ominato” pathos della distanza. Ecco perché, a dispetto di ogni immediata protesta di quel «mortale» che ciascuno di noi crede di essere […], l’unica voce che qui avrà diritto di parola sarà soltanto - si fa per dire - quella dell’Innegabile, quella del Non-Mitico. […] Nel groviglio pleromatico della Necessità del divenire, si tratterà di vedere, allora, in che senso il René Guénon anulare, marciando con le «divisioni blindate» della propria “scandalosa” controparte visionaria (l’Hitlerismo Esoterico di Savitri Devi), riesca a prendersi un’insperata rivincita sul Divin Marquis - per testimoniare, infine, come l’intero bateau ivre neo-coalescente, trascinato dallo sconcertante contenuto dell’Eterno Ritorno Invertito […], sembri avere un’unica, salvifica rada d’approdo: la riduzione di Hitler e Sade a pura forma della psichicità contrastiva - di ciò che, già da sempre, pura forma è. In realtà, l’ultima parola spetterà di diritto alla Necessità dell’anti-divenire, oltrepassamento definitivo del primato metafisico della violenza - anche di quella non nichilistica.
